mercoledì 15 aprile 2015

Libertà contro salvezza. Forse?

Cara Costanza,

ti seguo, ti leggo, ti ammiro.
Prima che diventarsi un super caso mediatico ti avevo anche scritto una mail, e mi avevi persino risposto. Sicuramente su gmail la ritrovo, se la cerco.

Ho una domanda per te.
Ma tu hai mai avuto un amico gay? No, gli amici di amici non valgono. E non valgono i gay cattolici.
Io intendo un amico gay non cattolico, uno a cui vuoi bene veramente.

Perché io ce l'ho. Ho un'amica, una persona speciale, che e' gay. Abbiamo fatto il liceo insieme, la conosco da meta' della mia vita. Insieme abbiamo studiato, viaggiato, fatto vacanze, cene, e siamo rimaste in contatto dopo la scuola.
E niente, volevo chiederti, se per caso tu avessi amici non cattolici gay, come fai a rapportarti con loro. A me fa male pensare che lei sara' per sempre infelice, perché non avrà figli (leggi: sarà sempre non completamente felice/realizzata, ovvio che la felicità non dipende del tutto dai figli, ci mancherebbe!).
O se li avrà, saranno concepiti all'estero, con il seme di chissà chi, oppure, come mi ha detto lei in modo provocatorio l'altra sera, "magari una sera vado a letto con un amico e resto incinta". Come se il punto fosse questo.
Insomma, un figlio non è un diritto.
Pagare una donna per partorire "tuo figlio", concepito con il tuo ovulo ma un seme estraneo, per soddisfare un tuo egoismo, è per me un abominio. E infatti le cliniche specializzate in eterologa in Italia hanno carenza di ovuli donati, e infatti nascono ogni giorno movimenti contro l'utero in affitto.

Ma l'altra sera, mentre mi sentivo sotto attacco per aver detto il mio pensiero ad alta voce (e in mezzo ad altre amiche che NON la pensavano come me), ho pensato due cose.
La prima e' che realtà Gesù non ha mai detto che tutti, ma proprio tutti, dovevano fare come lui. O almeno, così mi sembra. A Dio sta più a cuore la nostra libertà della nostra salvezza, questa frase mi gira in testa e devo averla letta da qualche parte. Ecco.

E poi pensavo anche che forse andrebbe stabilito un registro delle coppie non unite in matrimonio; certo, con dei vincoli e dei presupposti. E forse, con dei criteri sensati, aprirei le adozioni alle coppie gay. Tanto i procedimenti sono cosi' lunghi e costosi e massacranti che arriverebbero in pochi fino alla fine, così come accade alle coppie etero. E anche se io credo che un bambino abbia bisogno di una mamma e di un papà, penso che due mamme siano meglio di un orfanotrofio.

Tornando alla mia domanda, volevo sapere se tu avresti la forza, pur essendo convinta delle tue motivazioni, di guardare negli occhi una persona a cui vuoi molto, molto bene, e dirle che secondo te e' giusto che non possa andare a trovare la sua compagna in ospedale, o che non potra' mai sentirsi chiamare mamma. Perche' io non ci riesco molto bene.